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L’AMORE PENSATO

Immagine del redattore: Paolo StoriaPaolo Storia
Raccontata da Paolo Storia Scritta da Rossella Assanti
I raggi tiepidi del tramonto dei primi giorni di Giugno s’infiltravano nella stanza e dalla finestra squarciavano in due la penombra. Lui era sul letto, ad alimentare la voracità di quell’amore quasi utopico, a pensarla sino a sgretolare ogni barriera della realtà. Come se pensandola fortemente lei potesse sentire addosso i sentimenti di lui.  Aveva gli occhi pesanti, di chi ha sognato troppo. Gli si chiudevano e non oppose resistenza.  Un campanello suonò rimbombando nell’appartamento. Lo percosse a piedi nudi, aprì. Era lei, la sua donna. Uno squarcio al centro del petto. Sentiva il cuore scalpitare. Si sorrisero, complici. Parlarono, come se tutto il vuoto e le ferite che gli appartenevano si dissolvessero in un attimo. In quell’attimo. Si raccontarono, come se non si fossero mai raccontati prima. Le loro giornate si mischiarono, discussero di progetti, di lavoro, con una fame insaziabile di dirsi. Avevano sbagliato tutto? Forse. Eppure ne ridevano. Lui prese una bottiglia di vino, la aprì. Le porse un calice, brindarono a quel nulla che era tutto.  La guardò, bella come sempre. Le scostò i capelli. Lei abbassò lo sguardo, felice. Bastò un attimo e tutta la loro distanza svanì in un bacio. E’ l’amore che fa il suo corso e le lancette dell’orologio sembrano non stargli dietro. Era ormai tardi per tutto, tardi per tornare indietro, tardi per andare via. Era solo ora di restare. Lei lo abbracciò forte e ad ogni bacio si prendeva un pezzo di lui. Ladra di attimi, di amori. I loro corpi si mischiarono tra le lenzuola. La notte li avvolse, li abbracciò mentre facevano l’amore. Sui calici ormai vuoti nella sala restavano i loro segni, labbra che si appartenevano. Alle prime luci dell’alba lui porse la mano dal lato di lei, per tenerla ancora stretta a sé. Le lenzuola erano umide, ma non c’era altro se non il vuoto. E’ tutto quello che resta dopo le più violente guerre d’amore.  Si alzò, corse in sala. Il silenzio era assordante. Non c’era nulla, nemmeno i calici. Sfiorò l’aria con una mano, quasi ad afferrare attimi persi. Ritornò in camera da letto, lacrime di rabbia e delusione scendevano sul viso. Le soffocò tra le lenzuola, nel punto stesso in cui tutto era ancora umido.  Le dighe del cuore avevano ceduto.  Era amore versato tra le braccia del vuoto.
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